Gli studi sul settore delineano le nuove abitudini degli italiani, tra negozi di quartiere, materie prime che vincono sui precotti e volantini in digitale.
Le file interminabili all’esterno dei supermercati sono una delle immagini che – probabilmente anche tra vent’anni – ci ricorderanno di più il lockdown e quello che ha portato nella quotidianità di ognuno di noi. Un cambiamento repentino.
Anche più profondo di quello che possiamo pensare a prima vista, che va oltre il gel igienizzante da utilizzare all’ingresso dei locali, le scatole che è meglio toccare con i guanti e tante altre piccole accortezze. Riaperte le frontiere delle nostre città e delle nostre regioni, ad esempio, al mettere un piede fuori casa spesso è andato affiancandosi un voler rimanere con le mani in pasta; più del 25% degli italiani, infatti, come sottolineano i dati del Rapporto Coop 2020, è tornato stabilmente ai fornelli e a sbirciare la pizza cuocere all’interno del forno. Ma oltre alla riscoperta passione per i lievitati, com’è cambiato il nostro rapporto con la spesa alimentare in questa Italia che si avvicina all’inverno?
Tecnologici. Se da un lato il primo dato che emerge dagli studi di settore è un pessimismo generale degli italiani, dovuto anche a uno scivolamento all’indietro rispetto allo stile di vita cui eravamo abituati, è altrettanto vero che allo stesso tempo la necessità ha permesso all’utilizzo della tecnologia nella quotidianità di fare un salto in avanti di anni interi. Non solo nelle ovvietà, come il +770% di telelavoro dalle Alpi alla Sicilia, ma anche crescite importanti in settori “minori” come l’e-grocery, ovvero la spesa attraverso lo smartphone, attualmente cresciuto del 132%, tanto che è “previsto che i 2,7 miliardi di valore assoluto – previsti come obiettivo di settore del 2025 – saranno raggiunti già nei primi mesi del prossimo anno”. Tra le motivazioni sicuramente la maggiore sedentarietà, gli impegni diversi in famiglia soprattutto per le donne – in molte regioni con i figli ancora stabilmente in casa -, ma anche un cambiamento di mentalità.
La tecnologia viene percepita come più sicura da oltre il 56% di famiglie, capace di annullare quasi del tutto i contatti rischiosi e dare la percezione istintiva e immediata di tranquillità. Un ingresso a gamba tesa della tecnologia che però non si esaurisce a un banale contact free, ma sta creando commistioni e nuovi stili di vita: oltre il 30% degli utenti ordina la spesa online e la ritira in negozio in modalità drive in e una fetta non molto più sottile, sceglie di ordinare per telefono presso il negozio di quartiere e ritirarla poi a mano, approfittando per una passeggiata.
Un inciso curioso riguarda i volantini delle vendite promozionali: accade sempre più spesso che quelli fisici vengano lasciati nella cassetta delle lettere, in favore delle versioni online che tramite app – ne sono nate molte nel giro di pochi mesi – arrivano direttamente sul cellulare con una notifica.
Il 20% degli italiani sceglie box già composte dal supermercato, consegnate a casa
Risparmiare sul cibo? No grazie. Se prima del lockdown la tendenza era quella di ricercare solo il prezzo più basso, limitandosi a riempire il carrello senza fare molta attenzione a causa della fretta, oggi c’è maggiore attenzione alla qualità e alla sostenibilità – la filiera corta è diventata fondamentale per il 50% degli italiani e oltre il 36% dichiara che aumenterà sensibilmente l’acquisto di cibi green – di quello che portiamo a casa. Il 23% dichiara che rinuncerà all’acquisto di marche premium, ma solo 1 italiano su 5 (Dati Ufficio Studi Coop “Italia 2021, il Next Normal degli italiani) abbasserà in toto la qualità dei prodotti, scegliendo magari marche di buona qualità ma meno conosciute, e abbandonando in maniera massiccia (-4,2%) i prodotti già pronti, preferendo invece una spesa più green, dedicata alle materie prime.
Comportamenti che, secondo l’Osservatorio inflazione Nielsen, porteranno la maggioranza degli acquisti in campo alimentare a rientrare nella fascia di prezzo media. E nonostante oltre il 60% della popolazione ritenga di dover affrontare una crisi importante negli ultimi mesi e quindi contrae la spesa familiare, il cibo resiste, arrivando anche a crescere di qualche punto percentuale, in particolar modo nei settori di frutta e verdura (+25%) e dei surgelati (+19%).
FONTE: https://www.repubblica.it/sapori/2020/09/23/news/abitudini_italiani_spesa_post_covid-268234694/?_scpsug=crawled,3827203,it_57bc08786d621ffe6166eb6eb10c9f578ebc34b676acf9a1963059504b685ed5#_scpsug=crawled,3827203,it_57bc08786d621ffe6166eb6eb10c9f578ebc34b676acf9a1963059504b685ed5