Vendere su piattaforme online come Vinted è un’opportunità interessante per molti, ma non sempre è chiaro se sia necessario aprire una partita IVA. La risposta dipende dal tipo di attività svolta e dall’intenzione con cui si effettuano le vendite. Vediamo i dettagli.
Se l’obiettivo è semplicemente liberarsi di abiti usati che non si utilizzano più, fotografarli e rivenderli su Vinted a un prezzo inferiore rispetto a quello pagato originariamente, non è necessario avere una partita IVA. Questa attività rientra nel concetto di “occasionalità”, cioè operazioni non continuative e senza scopo di lucro.
Ad esempio:
In questi casi, il guadagno non è il fine principale, ma solo una conseguenza del voler dismettere qualcosa. Secondo la normativa fiscale italiana, queste attività non configurano un’attività economica vera e propria.
Se invece si vende su Vinted con un approccio strutturato, acquistando prodotti con l’intento di rivenderli a un prezzo maggiore, allora si tratta di un’attività commerciale. Questo è il caso del reselling, ossia la compravendita di capi di abbigliamento (o altri oggetti) con finalità di lucro.
Ad esempio:
In questi casi, l’attività è continuativa e organizzata, con lo scopo di generare un guadagno. La legge italiana considera questo comportamento come un’attività imprenditoriale, e pertanto è obbligatorio aprire una partita IVA e adempiere a tutti gli obblighi fiscali e contributivi.
Per chi svolge attività di reselling con partita IVA, è importante:
Vendere su online può essere un hobby o un vero e proprio business, ma è fondamentale conoscere le normative fiscali per operare in regola. Se hai dubbi o vuoi approfondire le tue esigenze fiscali e amministrative, su CORIDE trovi consulenti esperti pronti a guidarti passo dopo passo. Non esitare a contattarci per una consulenza personalizzata!