Ammonta a un milione e 340mila imprese la quota delle imprese femminili attive in Italia, attività che danno lavoro a circa 3 milioni di occupati. Secondo i dati diffusi da Unioncamere e InfoCamere, i settori trainanti sono il welfare privato e l’istruzione ma anche la sanità e l’assistenza sociale, comparti che si caratterizzano per un comune denominatore: l’offerta di servizi alle famiglie e alle donne che lavorano.
Osservando le previsioni Excelsior di Unioncamere e Anpal, relative alla domanda di lavoro delle imprese nel mese di gennaio, si evince che le donne sono sempre molto richieste soprattutto nei servizi alle persone, ma le aziende si rivolgono alle donne anche per conferire incarichi nei servizi di alloggio, ristorazione, turismo e commercio.
Nel settore dell’istruzione, ad esempio, sono operative 9600 imprese femminili che rappresentano oltre il 30% del totale. Sono 17mila, invece, le aziende rosa attive nel campo sanitario e dell’assistenza sociale: tra queste sono in netto aumento le imprese che offrono servizi per la cura e l’assistenza all’infanzia, come asili nido, baby-sitting e assistenza diurna per minori disabili.
Dal punto di vista regionale, questa tipologia di imprese è diffusa soprattutto in Lombardia e in Lazio, mentre sembra essere meno diffusa nelle regioni di piccole dimensioni, come Valle d’Aosta, Molise e Basilicata.