Avviare un’attività imprenditoriale in Italia è un passo significativo che richiede attenzione a numerosi dettagli, tra cui la scelta della giusta tipologia di società e relativa ragione sociale. Ad oggi, esistono diverse forme giuridiche di imprese, ognuna con delle specifiche caratteristiche. In questo articolo esploreremo in particolare le caratteristiche della ditta individuale e della partita IVA.
L’impresa individuale può essere registrata a nome del titolare, con la possibilità di aggiungere una denominazione fantasiosa o descrittiva.
Questa è la forma più semplice e immediata, ma il titolare è personalmente responsabile a livello legale. Generalmente è adatta per attività a basso rischio o con un’organizzazione limitata. Sono da tenere in considerazione anche i diversi regimi fiscali forfettari attualmente presenti, che consentono di ridurre notevolmente i costi di gestione e la tassazione.
La partita IVA è un numero di identificazione fiscale assegnato a imprenditori e professionisti per individuare le attività economiche svolte ed è associata a tutte le forme di impresa, comprese le ditte individuali.
La p.IVA è necessaria per emettere e ricevere fatture, registrare le entrate e le uscite economiche, permettendo un monitoraggio accurato delle attività finanziarie. I liberi professionisti che la possiedono, possono detrarre le spese lavorative, riducendo così l’imponibile fiscale.
Esiste la possibilità di sottoscrivere una p.IVA con regime dei minimi, un regime fiscale agevolato pensato per facilitare l’ingresso nel mondo dell’imprenditoria e ridurre il carico fiscale per le piccole attività. Non prevede la possibilità di disporre di collaboratori o di dipendenti. Le caratteristiche principali includono:
Un’altra modalità per ottenere semplificazioni fiscali per le piccole imprese e i professionisti è il regime forfettario. In questo caso è possibile assumere personale, facendo attenzione a rientrare nei limiti di compenso lordo pari a 20.000 € annui. Tra le caratteristiche ritroviamo:
Se sei un artigiano, un commerciante o un professionista, ci sono diverse procedure ed enti di riferimento per l’apertura di una partita IVA.
Fanno parte della categoria degli artigiani coloro che esercitano personalmente un’attività che ha come scopo la produzione di beni o di servizi (es. idraulici, elettricisti, falegnami, ecc.).
Per avviare l’attività come artigiano con partita IVA, è necessario completare l’iscrizione presso la Camera di Commercio tramite la procedura denominata ComUnica. Al contempo, è essenziale effettuare l’iscrizione presso la gestione Artigiani dell’INPS e inoltrare la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) al Comune.
Durante la fase di iscrizione in Camera di Commercio, gli artigiani sono tenuti al pagamento di bolli e diritti di segreteria, associati alla pratica stessa.
Gli artigiani possono scegliere tra diversi regimi fiscali, tra cui il regime ordinario, dei minimi o forfettario. La scelta dipende dalla natura dell’attività e dai ricavi annuali. Quello più conveniente, seppur con qualche limte, è il regime forfettario perché si avrà:
Tutti gli artigiani, iscritti in Camera di Commercio, hanno l’obbligo di iscriversi alla Gestione Artigiani INPS e di versare lì i propri contributi ai fini pensionistici.
Pertanto gli artigiani possono essere associati a organizzazioni come Confartigianato, che offre supporto e rappresentanza per gli interessi degli artigiani, oppure alla CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa).
Fanno parte della categoria dei commercianti tutti coloro che acquistano e vendono beni di consumo, mobili, immobili. Oppure i soggetti che svolgono attività di servizi, (agenti di commercio, promotori finanziari, negozianti al dettaglio, etc.)
Come per gli artigiani, anche i commercianti per aprire la propria attività devono iscriversi alla Camera di Commercio attraverso ComUnica e procedere al pagamento di bolli e diritti di segreteria, associati alla pratica stessa.
Anche in questo caso, il regime forfettario è quello più conveniente ed ha vantaggi simili a quelli descritti sopra per gli artigiani.
Inoltre, associazioni come Confcommercio possono offrire supporto e rappresentanza per i commercianti.
L’apertura di una partita IVA come libero professionista è un processo privo di costi, dal punto di vista burocratico; possono esserci dei costi per il compenso del professionista per la pratica di apertura e per gli adempimenti successivi. Per portare a termine le procedure relative all’inizio dell’attività, è necessario compilare un modulo specifico, il modello AA9-12, che si può ottenere presso qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate o è possibile scaricarlo direttamente online dal loro sito ufficiale.
Il modello AA9-12 richiede la compilazione di alcuni campi obbligatori, tra cui i dati personali, la scelta della denominazione e la selezione della sede dell’attività. Tra i vari campi da compilare, due scelte cruciali sono il Codice ATECO e il regime fiscale a cui si decide di aderire. Il Codice ATECO è composto da 6 cifre ed è fondamentale per identificare e classificare le attività che il libero professionista intende svolgere.
Ciascun regime fiscale si distingue per la percentuale di tasse applicate, la presenza o l’assenza dell’IVA nelle fatture e le specifiche scadenze fiscali da rispettare. Recentemente, in Italia, il regime forfettario è emerso come il più vantaggioso per i liberi professionisti che intendono aprire una partita IVA, offrendo una serie di benefici notevoli. In breve, ciò include:
Queste agevolazioni consentono di gestire in modo più agevole la propria attività e di beneficiare di un carico fiscale ridotto. Oltre alle imposte, i liberi professionisti che decidono di aprire una partita IVA dovranno versare anche i propri contributi previdenziali. In genere sono iscritti ad un Albo di appartenenza (es. geometri, ingegneri, architetti, medici, commercialisti, avvocati, psicologi, ecc).
La scelta del regime fiscale più adatto dipenderà dalle caratteristiche specifiche dell’attività e dagli obiettivi del professionista o dell’imprenditore. L’adesione ai regimi agevolati può offrire notevoli vantaggi, consentendo una gestione semplificata e una riduzione dell’onere fiscale complessivo.
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