Lunedì, forse, riapriranno le scuole superiori in presenza.
Ad oggi non c’è un solo indizio empirico che l’epidemia sia finita o perlomeno che sia decisamente rallentata.
Anzi, il virus circola con ancora più virulenza e sembra non più tracciabile, per usare un termine in voga in questi ultimi mesi.
Allora la domanda viene spontanea: perché le scuole sono state chiuse a settembre, se oggi vengono riaperte con gli stessi drammatici dati?
In questo contesto non può che turbarci il distacco ormai abissale che separa i decisori politici, senza distinzione di colore, da noi “comuni mortali”.
Studenti, imprenditori, cittadini, tutti noi subiamo una classe politica che ha peccato di superbia, lodandosi di aver sconfitto, prima di altri, l’iniziale ondata dei contagi. Si è innalzata a modello da imitare. Poi, a seconda della convenienza, si è nascosta dietro le direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità o di qualche Comitato Tecnico. A volte ha taciuto. Altre volte ha elargito effimeri slogan elettorali. Spesso si è rinchiusa dietro conferenze stampa o riunioni notturne. Alla fine ha copiato, non senza errori, le iniziative di altre nazioni europee.
La chiusura delle scuole mina la formazione dei più giovani e quindi il nostro stesso futuro.
E’ stato l’inganno più grande, insieme a quello di voler in tutti i modi scaricare sulle imprese, in particolare bar e ristoranti, la responsabilità di impedire una nuova esplosione dei contagi.
E’ stata una beffa elaborare dettagliatissimi protocolli di sicurezza per poi far chiudere le imprese; non è comprensibile la chiusura delle scuole a settembre, per poi riaprirle a gennaio, senza nel mezzo nessun intervento strutturale e risolutivo, tra cui il gravoso nodo del trasporto pubblico.
Non è più accettabile che si continui a dare a noi, cittadini ed imprese, la colpa dell’epidemia.
Da questa crisi sanitaria ne usciremo, in qualche modo, ma resterà il disagio sociale, la crisi economica, la contrazione dei consumi.
I sintomi di queste “epidemie” già si intravedono.
Saremo chiamati, con il nostro lavoro e con i nostri sacrifici, a rimediare al fallimento di una stagione politica ormai completamente distaccata dalla realtà.
Noi di CORIDE ci saremo, per le nostre Imprese, con i nostri Soci, con ancora più determinazione.
Claudio Butera
Presidente CORIDE