Siamo giunti al Natale, al primo Natale lontani dalla normalità.
Emerge la sfiducia degli italiani verso la classe politica e, fatto ancora più grave, verso le istituzioni.
Da un recente analisi Censis, oltre il 75 % dei nostri connazionali valuta gli aiuti dello Stato come insufficienti o giunti in ritardo.
Soprattutto, quasi il 40% degli italiani oggi afferma che, dopo l’epidemia, avviare un’impresa o aprire un negozio è un azzardo.
Solo il 13% lo considera ancora una opportunità.
Questo clima di sfiducia verso l’ autoimprenditorialità, unita alla negativissima gestione delle scuole, inquina pesantemente il nostro futuro.
Il collante sociale ed economico che ha retto la “baracca” in questi mesi è stata proprio l’impresa diffusa, famigliare, le botteghe, i commercianti, i negozi di prossimità, i mercati rionali, gli artigiani.
Tutti coloro che ogni mattina si alzano e cercano di fare impresa.
Lo hanno fatto per il giusto ritorno economico, senza dubbio.
Ma lo hanno fatto soprattutto per quello che potremmo definire uno “spirito di prossimità”
Consegnando merce a domicilio all’anziana in difficoltà, anticipando la cassa integrazione ai propri dipendenti, dando sicurezza con la propria serranda alzata ad una via periferica buia.
Lo hanno fatto, nonostante fossero i più vulnerabili, in agonia tra un nuovo DCPM e l’elenco dei codici Ateco autorizzati a svolgere il proprio lavoro.
Lo hanno fatto, in silenzio, semplicemente sperando di poter lavorare.
A queste botteghe, a questi commercianti, ai negozi di prossimità, ai mercati rionali, agli artigiani va il nostro ringraziamento e il nostro appoggio.
Ben consapevoli che senza di loro sarebbe crollato il sistema-Paese.
Claudio Butera
Presidente CORIDE