Sono numerosi gli incentivi contenuti nel decreto Rilancio per consentire a bar, ristoranti e attività commerciali di riaprire i battenti nel rispetto delle nuove norme sulla sicurezza
Crediti di imposta per la sanificazione e l’adeguamento dei locali alle nuove norme sul distanziamento sociale nonché per il pagamento degli affitti. E ancora, taglio delle tasse e contributi a fondo perduto. Sono molti gli aiuti contenuti nel decreto Rilancio per consentire a bar, ristoranti, alberghi e attività commerciali di riaprire i battenti nel rispetto delle nuove norme sulla sicurezza in funzione anti-Covid.
Partiamo dalle attività di «sanificazione», considerate indispensabili per arginare il coronavirus. Ai soggetti «esercenti attività d’impresa, arte o professione, alle associazioni, alle fondazioni e agli altri enti privati, compresi gli enti del terzo settore», viene riconosciuto un credito d’imposta in misura pari al 60 per cento delle spese sostenute nel 2020. Il credito d’imposta spetta fino a un massimo di 60.000 euro per ciascun beneficiario. Sono ammissibili le spese sostenute per: la sanificazione degli ambienti nei quali è esercitata l’attività lavorativa e degli strumenti utilizzati; l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, come mascherine, guanti, visiere e occhiali protettivi, tute di protezione; di prodotti detergenti e disinfettanti; di termometri e termoscanner, di dispostivi per garantire la distanza di sicurezza interpersonale, come barriere e pannelli protettivi, comprese le eventuali spese di installazione.
Non basta. Per sostenere l’adozione di misure legate alla necessità di adeguare gli ambienti di lavoro, è riconosciuto ai «soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione in luoghi aperti al pubblico» un altro credito d’imposta, sempre in misura pari al 60 per cento delle spese sostenute nel 2020, ma per un massimo di 80.000 euro. Ad essere incentivati sono gli interventi necessari per far rispettare le prescrizioni sanitarie contro la diffusione del Covid-19, compresi quelli edilizi necessari per il rifacimento di spogliatoi e mense, per la realizzazione di spazi medici, ingressi e spazi comuni. Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni per le medesime spese.
E ancora. Ai «soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel periodo d’imposta precedente a quello, spetta un credito d’imposta nella misura del 60 per cento «dell’ammontare mensile del canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento dell’attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, o all’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo». Il credito di imposta spetta alle strutture alberghiere indipendentemente
dal volume di affari registrato nel periodo d’imposta precedente.
Per l’occupazione di suolo pubblico bar e ristoranti non pagheranno la tassa di occupazione del suolo pubblico fino al 31 ottobre 2020. Non solo. Fino a quella data sono previste procedure semplificate per l’autorizzazione all’installazione temporanea su strada di strutture amovibili, quali dehors, tavolini, sedute e ombrelloni, al fine di assicurare il rispetto delle misure di distanziamento connesse all’emergenza da Covid-19 .
16 maggio 2020
Sempre sul fronte sanificazione, dall’Inail poi arriva per le imprese una nuova dote di 403 milioni per finanziare le spese sostenute (o che dovranno affrontare) per l’acquisto di apparecchiature e attrezzature per l’isolamento o il distanziamento dei lavoratori, per i dispositivi di sanificazione degli ambienti o i sistemi e strumentazione per il controllo degli accessi «utili a rilevare gli indicatori di un possibile stato di contagio». Sono finanziamenti a fondo perduto cui potranno accedere tutte le imprese, comprese quelle individuali. L’importo massimo concedibile è di 15mila euro per le imprese fino a 9 dipendenti, 50mila euro per quelle da 10 a 50 dipendenti, e di 100mila euro per le aziende con oltre 50 addetti.
Il decreto Rilancio cancella inoltre l’acconto Imu di giugno per alberghi, pensioni, campeggi, ostelli e agriturismi, a condizione che i possessori degli stessi siano anche gestori delle attività svolte. La norma prevede la stessa agevolazione per gli stabilimenti balneari, marittimi, lacuali e fluviali.
Sono tre poi i fondi istituiti per rilanciare il comparto del turismo. Per sostenere il settore turistico con operazioni di mercato, è istituito un fondo con una dotazione di 50 milioni di euro il 2020, finalizzato alla sottoscrizione di quote o azioni di organismi di investimento collettivo del risparmio e fondi di investimento, gestiti da società di gestione del risparmio, in funzione di acquisto, ristrutturazione e valorizzazione di immobili destinati ad attività turistico-ricettive. Per aiutare la ripresa dei flussi turistici in ambito nazionale, è istituito il “Fondo per la promozione del turismo in Italia”, con una dotazione di 30 milioni di euro per l’anno 2020. Un terzo fondo, con una dotazione di 50 milioni di euro per il 2020, è stato creato infine per la concessione di contributi in favore delle imprese turistico ricettive, delle aziende termali e degli stabilimenti balneari, come concorso nelle spese di sanificazione contro la diffusione del Covid-19.
Da non dimenticare che per il 2020 è riconosciuto alle famiglie con un Isee non superiore a 40.000 euro un credito per i pagamenti legati alla fruizione dei servizi offerti in ambito nazionale dalle imprese turistico ricettive dagli agriturismi e dai bed&breakfast. Il credito, utilizzabile da un solo componente per ciascun nucleo familiare, è pari a 500 euro per ogni nucleo familiare con figlio a carico, a 300 euro per i nuclei familiari composti da due persone e a 150 euro per quelli composti da una sola persona.