Prima che esplodesse la crisi del coronavirus venivano trattati come animali in via d’estinzione, destinati a essere soffocati tra le spire della grande distribuzione. E invece no, tra i pochi effetti collaterali positivi di questa pandemia c’è la riscossa dei piccoli negozi di quartiere, i fruttivendoli, i panettieri, i macellai, i pescivendoli. Riscoperti dagli abitanti delle metropoli, esausti per le file chilometriche davanti ai super e da quelli dei paesini, perché impossibilitati a uscire dal proprio comune di residenza. A Milano, a Torino, a Firenze, in centro e in periferia, come ha documentato in queste immagini Gabriele Galimberti nel reportage coprodotto dal Corriere e dal Festival di Cortona.
Ovvero uno dei più importanti appuntamenti per la fotografia in Italia: quest’anno non si terrà, ma dall’11 di maggio lancerà un sito, sito www. covid19visualproject.org, , in cui verranno raccolti lavori sull’emergenza Covid-19. E Galimberti spiega: «Parlando con gli esercenti ci si accorge che non c’è solo la comodità dietro questa rinascita, ma anche la consapevolezza che il negoziante vecchio stile ti può rincuorare sulla bontà dei prodotti, in un momento in cui il sentimento della paura prevale su ogni cosa».
Con la speranza che, quando tutto sarà finito, non ci si dimentichi, di nuovo, di loro.