I dati aggiornati sulle imprese artigiane in Italia in crisi, a causa del lockdown ma non solo: panoramica e soluzioni economiche di contenimento.
4 Maggio 2020 Nei primi 3 mesi del 2020 il numero delle imprese artigiane in Italia è sceso di 10.902 unità. Una cifra che, secondo la CGIA di Mestre, è destinata ad aumentare nei prossimi mesi sempre a causa dell’effetto negativo del Covid. Entro la fine dell’anno il numero complessivo delle imprese artigiane potrebbe ridursi di quasi 100mila unità, con una perdita di 300mila posti di lavoro.
A livello provinciale, nel primo trimestre di quest’anno a subire le maggiori perdite sono state le imprese artigiane delle grandi aree metropolitane: Torino (-544), Milano (-490), Roma (-421), Bari (-346) e Bologna (- 274). Su 105 province, le uniche che hanno registrato un saldo positivo sono state Trieste (+11), Imperia (+16) e Catania (+76).
A compensare saranno le misure di sostegno introdotte dal Governo, tuttavia per evitare che a fine anno si assista a una ulteriore moria di botteghe, secondo la CGIA sarebbe fondamentale che ricevessero ulteriori contributi a fondo perduto e possibilmente un azzeramento per il 2020 delle imposte erariali.
Alcune simulazioni sugli aiuti previsti in base a quanto stabilito dal Decreto Rilancio: un parrucchiere con un fatturato medio annuo registrato nel 2019 di 70mila euro e una perdita di oltre 5.833 euro (da aprile 2019 ad aprile 2020), riceverà il 20% di questo disavanzo (1.167 euro); un’impresa edile con 450mila euro di fatturato e una riduzione di 37.500 euro riceverà 5.625 euro applicando il 15% sulla perdita.
A registrare il saldo più negativo nel primo trimestre del 2020, invece, sono state Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto, ossia le zone più colpite dall’emergenza Covid.
Per artigiani e commercianti sono al momento previste alcune agevolazioni fiscali (esenzione prima rata IRAP), sconti in bolletta, bonus per pagare l’affitto del negozio e procedere agli adeguamenti anti-Coronavirus, mentre per quanto concerne gli indennizzi INPS, è previsto il rinnovo dell’indennità da 600 euro ricevuta a marzo anche per il mese di aprile, mentre per maggio, con la ripresa delle attività, al momento non è stato previsto il bonus da mille euro.
La crisi del settore, tuttavia, parte da lontano e rimanda al decennio tra il 2009 e il 2019 quando ha chiuso i battenti il 12,2% delle imprese di questo comparto. A essere maggiormente colpite sono state le Regioni del Sud, come Sardegna, Abruzzo, Umbria, Molise e Sicilia.